Sintomi dell'influenza: alcuni dubbi!

Antonello Arrighi
Dr. Antonello Arrighi

Specialista in Pediatria. Pediatra di Libera Scelta USL 8 Arezzo.

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In primo luogo è necessario fare una precisazione nei termini: per influenza in senso stretto si intende la forma virale responsabile delle epidemie annuali legata all’Ortomixovirus, virus ad RNA e verso il quale ogni anno viene utilizzato il vaccino e le sindromi influenzali (influence like illnes) che hanno una etiologia diversa (virus parainfluenzali, adenovirus, coronavirus.., più raramente batteri) che danno però una sintomatologia sovrapponibile all’influenza propriamente detta.

   I sintomi dell’influenza sono spesso oggetto di chiacchiere tra colleghi e amici!

«Ho male alle ossa e mi sento proprio stanco...» oppure «Ho un raffreddore così forte che mi chiedo se non sia allergia…». I sintomi dell’influenza sono spesso oggetto di chiacchiere tra colleghi o tra amici! Ci si racconta il proprio stato di salute e spesso emergono alcuni dubbi che abbiamo provato a raccogliere qui di seguito.

Pensate che, nei secoli scorsi, si pensava che l’influenza aumentasse l'altezza dei bambini!

Sintomi influenzali senza febbre

sintomi influenza

È possibile avere l’influenza senza febbre? Assolutamente sì, anzi, sviluppare sintomi influenzali senza febbre è più frequente di quanto si possa pensare. La sintomatologia che si avverte, anche senza un rialzo della temperatura, è del tutto simile a quella che si può manifestare con la febbre: mal di golaraffreddore, brividi, dolori osteo-articolari, malessere generale e affaticamento. Tutto ciò dipende dalla diversa reattività del soggetto e lo stesso virus può determinare quadri clinici diversi da un banale raffreddore ad una polmonite spesso estremamente grave. Il virus responsabile è sempre lo stesso, quindi il nostro sistema immunitario è abbastanza allenato da riuscire a combatterlo, senza dover rialzare la temperatura.

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Perché si contraggono forme influenzali anche durante l’estate?

Durante l’estate, i virus non vanno in ferie, o almeno non del tutto.

Poiché i virus restano latenti all’interno di alcuni organismi animali (come maiali e mammiferi marini) e possono comparire nuovamente anche nei mesi caldi.[1]

Ciò dipende dal fatto che alcuni virus  sono in grado di sopravvivere anche ad alte temperature ed hanno insita la capacità di riattivarsi.

Le forme influenzali estive possono essere causate da rhinovirus, adenovirus, coronavirus, metapneumovirus, virus con tropismo gastroenterico.

I quadri clinici osservati possono essere: raffreddori, laringiti, faringiti, bronchiti, broncopolmoniti, spesso gastroenteriti; il virus spesso apre la strada a sovrammissioni batteriche e quindi l’infezione in ultima analisi risulta essere più complessa.

A cosa è dovuto il mal di gola?

Nella maggior parte dei casi, il mal di gola, o faringite, è dovuto a infezioni virali (70%), ma le cause possono essere anche: infezioni batteriche, manifestazione di un’allergia, irritazioni chimiche e reflusso gastroesofageo.

Si tratta di quel bruciore tipico alla gola che rende difficile anche la deglutizione e che, normalmente, dovrebbe risolversi senza intervento medico nel giro di pochi giorni
Se così non fosse, il medico potrebbe ritenere opportuna la prescrizione di antibiotici specifici, qualora dovesse rilevare un’origine batterica.[2]

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Ti stai chiedendo come si distingue una faringite virale da una batterica?

La faringite virale ha sintomi più sfumati, associata colpi di tosse, raffreddore, mal di testa, fotofobia, dolori muscolari.

La faringite batterica invece, spesso legata ad uno streptococco, presenta sintomatologia più acuta, eclatante e altri segni e sintomi associati quali: febbre elevata, placche o petecchie – osservabili sul faringe e sui pilastri tonsillari – ipertrofia tonsillare, lingua patinosa, linfonodi ingrossati.[3]

Essendo la forma batterica streptococcica la forma più temuta, soprattutto per le sue complicanze immediate e tardive, la diagnosi differenziale viene fatta attraverso un Test Rapido che il medico può eseguire in studio od un esame colturale che esegue un laboratorio.

Sintomi influenzali o allergia?

sintomi influenza

È possibile scambiare dei sintomi influenzali per un’allergia? Effettivamente sì, può succedere, soprattutto se si ha a che fare con un forte raffreddore. Ma come capire se si tratta dell’uno o dell’altro? Un primo criterio di valutazione è il tempo: da quanto tempo si manifestano i sintomi? Un raffreddore stagionale dura circa una settimana, massimo 10 giorni, mentre il raffreddore da allergia ha un andamento più breve e intenso. Sempre per le tempistiche bisogna verificare se il raffreddore ricorre in determinati momenti dell’anno. Un altro criterio può essere la valutazione della febbre: anche le allergie possono causare un rialzo della temperatura, ma difficilmente questa sarà superiore a 38.5 °C. Infine gli occhi: c’è prurito o sono arrossati? È molto probabile che sia un’allergia. Per la propria situazione specifica, però, ricordiamo che è importante rivolgersi sempre al proprio medico curante che, conoscendo la storia soggettiva, è la persona più adatta per fare valutazioni e dare i giusti consigli.

Sintomi dopo l’influenza. Ancora?!

sintomi influenza

Ebbene sì, passata la fase acuta dell’influenza, arriva quel periodo in cui è fondamentale avere la giusta cura per tornare ad essere davvero in forma, quello della convalescenza.
In questa fase, però, che è appunto un momento “finestra” tra la fine dei sintomi acuti dell’influenza e la guarigione vera e propria, può capitare di sentirsi ancora un po’ stanchi. È del tutto normale perché l’organismo si sta riprendendo da una vera e propria lotta contro il virus ed è per questo che il riposo e l’ascolto del proprio corpo sono fondamentali. Qualora ci si sentisse particolarmente affaticati o la ripresa fosse difficoltosa, è bene rivolgersi al proprio medico di fiducia per un consulto.

 

Allattamento e sintomi influenzali

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Allatti e hai preso l’influenza? Probabilmente la prima cosa che ti sarai chiesta è se puoi continuare l’allattamento o se rischi in questo modo di passare l’influenza al tuo bambino. È un dubbio legittimo e molto comune tra le mamme. Ebbene, allattare il proprio bambino se si ha l’influenza, non è controindicato, ma sarebbe addirittura utile. Secondo uno studio condotto dal gruppo di lavoro sulla nutrizione dell’Associazione Culturale Pediatri,[4] l’allattamento rappresenta la migliore protezione per il bambino perché, attraverso il latte, la mamma trasmette anche anticorpi specifici per il virus influenzale. Quello che resta da considerare sono naturalmente le norme igieniche che, a causa della distanza ravvicinata tra mamma e bambino, devono essere intensificate: lavare le mani e prestare attenzione ai contatti con occhi, naso e bocca.

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Quanto durano i sintomi influenzali?

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Un altro dubbio che può emergere quando ci si confronta sul tema influenza è la durata dei sintomi. C’è una durata standard dell’influenza? Di fatto no, ma ci sono alcune tempistiche che spesso vengono per così dire “rispettate”: il periodo di incubazione dura qualche giorno, in media da 1 a 4, mentre la fase acuta da 2 a 5 giorni. Segue una remissione progressiva dei sintomi e la fase della convalescenza che può variare da una a qualche settimana.

Trattamenti dell’influenza

Il trattamento dell’influenza dovrebbe includere un’idratazione con almeno 2 litri di acqua al giorno e un’alimentazione equilibrata ricca di verdura e frutta con abbondante quantità di Vitamina C (agrumi, kiwi, spinaci, broccoli, pomodori, etc …). Se davvero si rendono necessari, si può ricorrere agli antipiretici e agli antibiotici rigorosamente prescritti dal medico.[5]

In alternativa, nella Low Dose Medicine esistono possibilità di trattamento per alleviare i sintomi influenzali più fastidiosi, con documentata sicurezza d’impiego.

Il riposo è uno dei metodi più genuini per ottenere una rapida guarigione: dormire, stare tranquilli e dare il tempo al proprio organismo per riprendersi è sempre una terapia vincente. Permettere all’influenza di fare il suo naturale decorso rinforza le difese dell’organismo e porta ad una guarigione fisiologica.

 

[1] Hutch Hutchinson EC. Influenza Virus. Trends Microbiol. 2018 Sep;26(9):809-810. doi: 10.1016/j.tim.2018.05.013. Epub 2018 Jun 13. PMID: 29909041. inson EC. Influenza Virus. Trends Microbiol. 2018 Sep;26(9):809-810. doi: 10.1016/j.tim.2018.05.013. Epub 2018 Jun 13. PMID: 29909041.

[2] Wolford RW, Goyal A, Belgam Syed SY, et al. Pharyngitis. [Updated 2021 Aug 11]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK519550/

[3] Wolford RW, Goyal A, Belgam Syed SY, et al. Pharyngitis. [Updated 2021 Aug 11]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK519550/

[4] M. Ersilia Armeni , Sergio Conti Nibali, Adriano Cattaneo,  ACP, Allattamento ed infleunza A, 2009, https://acp.it/it/2009/11/allattamento-e-influenza-a-h1n1-detta-anche-influenza-suina.html

[5] https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/malattie-infettive/virus-respiratori/influenza

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